...tante finestre differenti, come lo sono fra loro gli esseri umani e i loro punti di vista sul mondo.

Le finestre spalancate da

L'autunno

Tra non molto demoliranno quella casa in cui un tempo quasi lontano abitavi, quella casa che a nessuno piaceva eppura a me sembrava la villetta più bella che avessi mai visto. Un edificio squadrato, senza tetto, con una immensa terrazza a fare da copertura. Quanto avrei voluto salirci sopra per guardare tutto il paese... Quella casa ho imparato a conoscerla durante i cinque anni di scuola elementare, in cui tu eri la mia unica amica. Che poi io ti trattassi quasi sempre con freddezza è un altro discorso.... E tu adesso sei lontana, non so quanto, ma abbastanza da sentire una nostalgia incolmabile. Moderata ma incolmabile.
Devo ancora capire se sto scrivendo di te o della tua casa, oppure se come per me sei ancora unita ad essa. Un ponte stretto e incerto che mi collega in qualche modo a te.. un viaggio nel tempo o un tuffo nei sentimenti.
Chissà se anche tu ricordi quel giorno che siamo saliti nel vecchio studio di tuo padre al terzo piano, al buio cercando con le mani i passi giusti per non cadere o inciampare fra tavoli e sgabelli girevoli.
Che bello quel filo di luce che entrava dagli scuri, senza illuminare davvero, ma lasciando una traccia indispensabile per orientarsi.
Con una mano tenevi la mia, con l'altra cercavi l'interruttore della lampada da tavolo, che serviva solo ad amplificare le nostre ombre, la penombra per me di un viaggio avventuroso alla ricerca di qualche foglio per disegnare con i nostri pastelli.
Scatoloni e scatoloni, cartelle e registri su dispense metalliche, costituivano l'arredamento di quello studio trasformato in soffitta, o archivio di non ricordo nemmeno cosa. Arredamento completato da due grandi tavole posizionate a elle e tre o quattro sgabelli metallici con le ruote di cui mi ero subito innamorato.
Adesso quella casa è stata divisa in due. Una parte è diventata un deposito di fusti di birra e bevande. L'altra, quella da demolire, è destinata a far posto ad una serie di villette a schiera, la parte finale di una complesso che esteticamente forse sarà più aprezzato di quella strana casa.
Due giorni fa, all'imbrunire sono entrato, a distanza di quasi trent'anni, di nuovo in quella casa. Passeggiavo nella via del passato e mi sono avvicinato troppo per non provare ad abbassare la maniglia della porta sul retro. Ho attraversalo la porta in cui avevo visto uscire molte volte tuo padre, tua madre ma che mai avevo varcato prima. Ho faticato qualche istante a mettere insieme i rimasugli di memori che componevano il ricordo.  Tutto spoglio, ma tutto intatto. L'autunno.
La cucina, la sala, la porta che probabilmente portava al bagno e in fine le scale... Gradino dopo gradino le ho attraversate con il cuore che batteva forte.
Si.. attraversate. Perchè ogni gradino era come trascinare anche te.. Sono andato dritto, con il fiatone e una paura sconosciuta, dritto al terzo piano. Li sembrava essersi fermato il tempo. Mancava solamente l'arredamento cartaceo. I due tavoli erano stati spostati verso le finestre senza più gli scuri, uno sopra l'altro, appoggiati di schiena l'uno contro l'altro, mentre erano rimasti solo un paio di sgabelli, o forse erano sempre stati due. La luce entrava libera, ad illuminare la polvere opaca sui tavoli, la polvere brillante nell'aria.
Guardavo il secondo tavolo rovesciato... si leggeva ancora perfettamente il mio saluto..
"ciao Elena"







12 commenti:

Costantino ha detto...

Mi ha colpito,nello scritto,la trepidazione di chi ritorna,col cuore che batte forte,per riecheggiare luoghi,amori,persone; e,di più,la tenue sorpresa nel constatare che,qualche cosa,con il correre veloce del tempo,è cambiata.

Anonimo ha detto...

Molto bello. Mi ha ricordato la vecchia casa di paese di uno zio che non c'è più.
In fondo al corridoio c'era una stanza sempre chiusa. Non ho mai saputo cosa ci fosse dentro. Una sera mi feci coraggio e aprii la porta. Non vidi quasi nulla, troppo buio. Feci appena a tempo a intuire la sagoma di un grande armadio.
Richiusi e scappai. Troppo buio per un bambino solo.
Ms

grigioazzurro ha detto...

Ciao Costantino,
confesso che in qualche modo sei stato tu ad ispirarmi questo ricordo, con il primo post che ho letto da te: "La scuola del mio paese ed il pruno selvatico"
Mi sono messo a pensare a quei tempi, a come certe immagini restano sempre limpide nella mente fregandosene del tempo trascorso, rendendole ancora più belle in uno sguardo che parte da lontano.
Buona serata e grazie!

grigioazzurro ha detto...

Ciao Ms,
l'infanzia lascia nei ricordi dei piccoli avvenimenti "magici" , sensazioni a pensarci bene inspiegabili, per quanto sono durature nel tempo e per quanto possano sembrare insignificanti..
In realtà sono il nostro piccolo tesoro...
Grazie Ms..

Giada ha detto...

Mi è piaciuto moltissimo. Mi ha fatto pensare alla mia infanzia ed a quei luoghi che, inspiegabilmente, ai miei occhi erano magici, misteriosi, e che tutt'ora lo sono per me.
Alla seconda lettura, rileggendo la frase in cui dici che la casa verrà demolita, mi si è stretto il cuore.
Complimenti Grigioazzurro,
e a presto
Giada

la stanza in fondo agli occhi ha detto...

Sei riuscito a ricostruire quella sensazione di trepidazione e nostalgia che provavo passando davanti a case note ma ormai prive delle persone che avevo amato. Grazie

grigioazzurro ha detto...

Ti ringrazio Giada,
per fortuna alcuni di quei posti magici e misteriosi rimangono in qualche modo impregnati nel nostro cuore... A presto, ciao.

grigioazzurro ha detto...

Le persone amate non scompaiono mai davvero... "la stanza in fondo agli occhi" ... bellissimo pensiero questa frase... questo nome..
Buona serata.

Giò ha detto...

Mi capita abbastanza spesso di sognare la casa dove sono cresciuto e nei sogni ci ritorno. Questo post mi ha riportato in quella stessa casa ma, questa volta, da sveglio. e ..."..tutto mi sembrava andasse bene ... tra me le mie parole e la mia anima" (f. de gregori).

grigioazzurro ha detto...

Ciao Già,
ti ringrazio per il commento e per avermi fatto conoscere questa stupenda canzone di De Gregori, non l'avevo mai sentita ma me ne sono subito innamorato.
Un saluto e buona giornata.

Adriano Maini ha detto...

E' già pura poesia, incantevole, per giunta, avere nitido nella memoria un ricordo di siffatta natura.

grigioazzurro ha detto...

Grazie Adriano, i ricordi mescolati alla nostalgia possono creare inattesi risultati..
Buona serata, ciao!

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