...tante finestre differenti, come lo sono fra loro gli esseri umani e i loro punti di vista sul mondo.

Le finestre spalancate da

libellula in libertà


Libellula in libertà..

Snella in tutta la mia bellezza

Mi alzo in volo e svolazzo

Di qua e di là

Sbatto le ali e giro e rigiro in

Cerca di un rametto su cui posarmi

Continuo a volare e giro e rigiro

Finché il mio senso di libellula non vedente

Trova il rametto su cui posarmi.

Orso...


orso

Il bello dell'Italia per John Grisham

Fra i tanti libri che ho letto,ed i pochissimi che mi sono rimasti in un pezzettino di cuore,c'è di sicuro quello scritto da John Grisham, l'autore di Avvocato di Strada, ma soprattutto di quel meraviglioso affresco di una stagione passata qual'è La casa dipinta.

Ne Il professionista, Rick, giocatore di football americano, fallito in patria, tenta con poca convinzione un'ultima stagione agonistica in Italia, dove questo sport è giocato a livello amatoriale.
Il libro è ambientato a Parma, fra terre di grandi musicisti, come Verdi e Toscanini, scrittori illustri quali Guareschi e Bevilacqua, opere d'arte di sommo livello del Parmigianino e del Correggio.
Lo spaesato giocatore trova atmosfere uniche, l'amicizia genuina, una vera fratellanza, la buona cucina, un   modo particolare di applicare la legge, più "umano".
Viene persino invitato al Teatro Regio per l'Opera lirica.

Tra allenamenti serali conclusi inderogabilmente al ristorante, inviti a cena, manifestazioni di affetto, partite serrate e cruente vinte in tutta Italia, Rick trova, oltre al proprio riscatto, persino una bellissima ragazza del suo paese.
Straordinariamente avvinta da Cattedrali, Musei, Castelli, Romanico e Barocco.

Sarebbe però riduttivo liquidare il libro come una banale storia d'amore tra un giocatore di football ed una ragazza. Quello che emoziona è molto di più.Un atto di grande amore verso la città di Parma,il modo di vivere di noi italiani, le nostre belle abitudini,la nostra cucina,le automobili ancora col "cambio manuale".

Potrebbe, perfino, essere una iniezione di fiducia verso noi stessi.

John GRISHAM , Il Professionista
Oscar Mondadori, 1° edizione, gennaio 2009, pagg. 266.


Costantino

Raccoglimento


Raccoglimento
(Oratorio di San Vincenzo, Sesto Calende VA)
olio su faesite, cm 50x70 - 2010


Giada


L'autunno

Tra non molto demoliranno quella casa in cui un tempo quasi lontano abitavi, quella casa che a nessuno piaceva eppura a me sembrava la villetta più bella che avessi mai visto. Un edificio squadrato, senza tetto, con una immensa terrazza a fare da copertura. Quanto avrei voluto salirci sopra per guardare tutto il paese... Quella casa ho imparato a conoscerla durante i cinque anni di scuola elementare, in cui tu eri la mia unica amica. Che poi io ti trattassi quasi sempre con freddezza è un altro discorso.... E tu adesso sei lontana, non so quanto, ma abbastanza da sentire una nostalgia incolmabile. Moderata ma incolmabile.
Devo ancora capire se sto scrivendo di te o della tua casa, oppure se come per me sei ancora unita ad essa. Un ponte stretto e incerto che mi collega in qualche modo a te.. un viaggio nel tempo o un tuffo nei sentimenti.
Chissà se anche tu ricordi quel giorno che siamo saliti nel vecchio studio di tuo padre al terzo piano, al buio cercando con le mani i passi giusti per non cadere o inciampare fra tavoli e sgabelli girevoli.
Che bello quel filo di luce che entrava dagli scuri, senza illuminare davvero, ma lasciando una traccia indispensabile per orientarsi.
Con una mano tenevi la mia, con l'altra cercavi l'interruttore della lampada da tavolo, che serviva solo ad amplificare le nostre ombre, la penombra per me di un viaggio avventuroso alla ricerca di qualche foglio per disegnare con i nostri pastelli.
Scatoloni e scatoloni, cartelle e registri su dispense metalliche, costituivano l'arredamento di quello studio trasformato in soffitta, o archivio di non ricordo nemmeno cosa. Arredamento completato da due grandi tavole posizionate a elle e tre o quattro sgabelli metallici con le ruote di cui mi ero subito innamorato.
Adesso quella casa è stata divisa in due. Una parte è diventata un deposito di fusti di birra e bevande. L'altra, quella da demolire, è destinata a far posto ad una serie di villette a schiera, la parte finale di una complesso che esteticamente forse sarà più aprezzato di quella strana casa.
Due giorni fa, all'imbrunire sono entrato, a distanza di quasi trent'anni, di nuovo in quella casa. Passeggiavo nella via del passato e mi sono avvicinato troppo per non provare ad abbassare la maniglia della porta sul retro. Ho attraversalo la porta in cui avevo visto uscire molte volte tuo padre, tua madre ma che mai avevo varcato prima. Ho faticato qualche istante a mettere insieme i rimasugli di memori che componevano il ricordo.  Tutto spoglio, ma tutto intatto. L'autunno.
La cucina, la sala, la porta che probabilmente portava al bagno e in fine le scale... Gradino dopo gradino le ho attraversate con il cuore che batteva forte.
Si.. attraversate. Perchè ogni gradino era come trascinare anche te.. Sono andato dritto, con il fiatone e una paura sconosciuta, dritto al terzo piano. Li sembrava essersi fermato il tempo. Mancava solamente l'arredamento cartaceo. I due tavoli erano stati spostati verso le finestre senza più gli scuri, uno sopra l'altro, appoggiati di schiena l'uno contro l'altro, mentre erano rimasti solo un paio di sgabelli, o forse erano sempre stati due. La luce entrava libera, ad illuminare la polvere opaca sui tavoli, la polvere brillante nell'aria.
Guardavo il secondo tavolo rovesciato... si leggeva ancora perfettamente il mio saluto..
"ciao Elena"







Magia



Cos'è la magia?
E' l'attimo nel quale tutti gli elementi circostanti, naturali e no, entrano in simbiosi con i nostri sensi e creano un momento unico e sublime. Spesso fugace.
La vera magia sorprende, circuisce. E' il primo sorriso del figlio appena nato, è la notizia che ce l'abbiamo fatta quando sembrava persa ogni speranza. E' vedere finalmente l'aurora dopo una catena interminabile di tramonti, è il gol al 90° dopo essere stati in svantaggio per tutta la partita.

E' la fotografia perfetta, scattata esattamente nell'attimo in cui tutto era giusto.
Un millesimo di secondo prima gli occhi sarebbero stati chiusi, il treno troppo lontano, il mare agitato, il gabbiano posato.
Un millesimo dopo il sorriso sarebbe svanito, il treno già passato, il mare scuro, il gabbiano un fastidioso graffio nell'orizzonte.

E' la sequenza irripetibile di note legate da un tempo segnato dal destino, che non può essere che quello, né troppo lento né troppo veloce. Quello e solo quello.
E' la musica dimenticata che ci abbraccia proditoriamente una notte, quando siamo alla guida, completamente immersi nel buio e circondati dai monti e dal mare che non vediamo, ma sentiamo accanto. Siamo ipnotizzati dal fascio di luce sull'asfalto, imbevuti di pensieri e cieli stellati, quando all'improvviso partono le prime note di una vecchia canzone, rimasta nascosta per decenni.
Gli occhi leggermente socchiusi, il formicolio nella testa e una leggera esitazione nell'aumentare il volume dell'autoradio ci fanno capire che la magia si è creata.

Ma se la magia fosse tutta qui, potremmo in qualche modo prevederla, anticiparla, provocarla. Invece, ribadisco, la vera magia deve sorprendere, circuire.

E' la fotografia perfetta, scattata esattamente nell'attimo in cui tutto sembrava fuori posto.
Un millesimo di secondo prima i capelli sarebbero stati ordinati, la ballerina sul palco perfettamente a fuoco, il promontorio nitido.
Un millesimo dopo i capelli avrebbero avuto modo di riassettarsi, la ballerina di riacquistare contorni precisi, il promontorio di liberarsi dalla foschia.
Per descrivere la magia non c'è niente di più adatto di una meravigliosa foto mossa, sfuocata, controluce. Una foto involontaria, casuale, trovata mentre ne cercavamo un'altra, ma che non cambieremmo per niente al mondo. Alchimia impenetrabile.
Una volta chiesi a Gianni Berengo Gardin se gli fosse mai capitato, nel corso della sua lunghissima esperienza di fotografo, di notare -- durante lo sviluppo di un rullino -- particolari inseriti nelle foto senza volerlo. "Succede praticamente sempre", rispose.

E' la sequenza improvvisata di note legate da un tempo non scritto, vivo soltanto nella testa del musicista, senza passato né futuro, morto mentre nasceva eppure eterno.
E' il concerto di Colonia di Keith Jarrett o l'assolo di sax di un brano jazz mai suonato prima d'ora.
E' una passeggiata nel bosco che non so ancora quando farò, è un tuffo nell'acqua che adesso non esiste, è un ricordo che sta arrivando dal futuro, sono gli occhi di mia moglie in mezzo a milioni di altri.

La magia mi ha sorpreso e circuito solo quando non l'ho inseguita. E, come sempre, ci rincontreremo in tutti gli istanti che non so se vivrò, ma ho già vissuto mille volte.

Mansardo


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