...tante finestre differenti, come lo sono fra loro gli esseri umani e i loro punti di vista sul mondo.

Le finestre spalancate da

IERRU-INVERNO


Ierru

Carrigu de nieddas temporadas
Benit s’ierru, bezzu, tristu e canu,
E senz’ervas est tristu su pianu,
E sas forestas pàrene brugiadas.


Non puzzones c’allegren su manzanu
Cun sas milli pibias delicadas,
Su entu muinat intro sas foradas
E tristos colvos cantan a luntanu.


Gai est s’umanu istadu; rie rie
Fuit s’amare, fuit su cuntentu;
Passat de zuventude cudda die


Coment’una die ’e magiu senza entu.
Ma su dolore, simile a su nie
Falat continu frittu e lentu lentu.


Antioco Casula Montanaru



Inverno


Carico di nuvole tempestose
Viene l'inverno, bianco, triste e vecchio,
E senza l'erba è desolato il piano
E i boschi sembrano bruciati.

Nessun uccello che rallegri il mattino
Con i mille gorgheggi delicati,
Il vento fa mulinelli tra le gole
E tristi corvi cantano lontano.

Così è l'umana condizione; ridi ridi
fugge l'amare, fugge la felicità;
Passa ogni giorno della gioventù.

Come un giorno di maggio senza vento.
Ma il dolore, simile alla neve
cade continuamente, fitto e lento.



orso

L'albero della soffitta






Scendo le scale della soffitta
scatoloni ripieni mi accompagnano
assieme al suono dell'attesa
l'impazienza per le luci e tutto il resto
E non serve una pila ad illuminare
bastano gli occhi degli angeli
basta la loro gioia
il loro stupore
la loro curiosità
che è preghiera
Uno sguardo anche per loro
nel mezzo piano che non c'è
per scoprire un mondo fatto di ricordi
fatto di scatole e polvere.
La mano che accarezza quella polvere
per leggere una frase
il nastro marrone da strappare
mani tenere e voci squillanti
per quel mondo da svelare.





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