Nàrami, pastore
it’est chi t’incadenat
a custos montes brujados,
ue roccas e bentu
lean su respiru,
ue cumpanzu e isposa t’est
sa solitùdine antiga?
Che Luna pellegrina
andas notte e die
e che issa ses riccu
de piùere e misèria.
Bélidan sas ‘arveghes isfianchidas,
ti miran cun ojos de piantu
bramende
erva ‘irde e rios limpios.
Lamentos e feridas t’istringhes
in coro e sònnias…
sònnias tue puru pasturas saboridas
cantilenas d’abba cristallina
e tittas pienas.
Nàrami, pastore,
ite lis contas a sas istellas
in sas nottes friscas de ‘eranu,
solitàriu,
in custos montes riccos solu
de làgrimas e sàmbene?
E in sas nottes frittas e iscurosas
ite cunfidas
a su ‘entu, padronu soberanu
de custas alturas chena risu?
Forsi los miras solu
e non faeddas
e che sempre, a sa sola,
in segretu piantu ti consumas.
a custos montes brujados,
ue roccas e bentu
lean su respiru,
ue cumpanzu e isposa t’est
sa solitùdine antiga?
Che Luna pellegrina
andas notte e die
e che issa ses riccu
de piùere e misèria.
Bélidan sas ‘arveghes isfianchidas,
ti miran cun ojos de piantu
bramende
erva ‘irde e rios limpios.
Lamentos e feridas t’istringhes
in coro e sònnias…
sònnias tue puru pasturas saboridas
cantilenas d’abba cristallina
e tittas pienas.
Nàrami, pastore,
ite lis contas a sas istellas
in sas nottes friscas de ‘eranu,
solitàriu,
in custos montes riccos solu
de làgrimas e sàmbene?
E in sas nottes frittas e iscurosas
ite cunfidas
a su ‘entu, padronu soberanu
de custas alturas chena risu?
Forsi los miras solu
e non faeddas
e che sempre, a sa sola,
in segretu piantu ti consumas.
Antoninu Rubattu
Dimmi, pastore
cos’è che t’incatena
a questi monti bruciati,
dove rocce e vento
mozzano il fiato,
dove per compagno e per sposa
hai la solitudine antica?
Ramingo, come la Luna,
vai notte e giorno
e come Lei sei ricco
di polvere e miseria.
Belano le pecore…..
ti guardano con occhi di pianto
invocando
erba verde e ruscelli limpidi.
Lamenti e ferite ti stringi
al cuore e sogni…..
sogni anche tu pascoli saporiti,
cantilene di acque cristalline
e mammelle turgide.
Dimmi, pastore,
cosa racconti alle stelle
nelle fresche notti di primavera
in solitudine
su questi monti ricchi solamente
di lacrime e sangue?
E nelle notti fredde e buie
cosa confidi
al vento, padrone assoluto
di queste alture senza sorriso?
Forse li osservi soltanto
e non parli
e come sempre, da solo,
a questi monti bruciati,
dove rocce e vento
mozzano il fiato,
dove per compagno e per sposa
hai la solitudine antica?
Ramingo, come la Luna,
vai notte e giorno
e come Lei sei ricco
di polvere e miseria.
Belano le pecore…..
ti guardano con occhi di pianto
invocando
erba verde e ruscelli limpidi.
Lamenti e ferite ti stringi
al cuore e sogni…..
sogni anche tu pascoli saporiti,
cantilene di acque cristalline
e mammelle turgide.
Dimmi, pastore,
cosa racconti alle stelle
nelle fresche notti di primavera
in solitudine
su questi monti ricchi solamente
di lacrime e sangue?
E nelle notti fredde e buie
cosa confidi
al vento, padrone assoluto
di queste alture senza sorriso?
Forse li osservi soltanto
e non parli
e come sempre, da solo,
in segreto pianto ti consumi.
orso
18 commenti:
Che bella poesia,non ci sono parole per commentarla.
Piacerebbe da matti anche a me avere qualcosa da raccontare alle stelle!
ciao costantino grazie del tuo gentile commento,
Un precioso poema!!!! Mis felicitaciones.
Una composizione molto bella!
Mi resta però una curiosità: la lingua. L'istinto mi direbbe che è in sardo, ma forse è un dialetto spagnolo? Catalano?
Lo sfondo del blog è veramente notevole, complimenti all'autore!
molto bello questo nuovo blog Costantino: complimenti vivissimi!!!
A presto
victoria,muchas gracias por su amables comentarios saludos orso.
l.s.i.f.a.o.il tuo istinto ha detto giusto e sardo,grazie tante del tuo commento saluti orso.
Davvero molto bella....anche lo sfondo del blog :)!
Ho cliccato su un commento di Anna ed è uscito questo blog a cui risponde orso ... he, il mondo virtuale è davvero ricco di sorprese!
Buona serata!
La lettura -postuma- di coloro che spalancano le finestre, mi hanno svelato il mistero :|
Onorare con questi versi e con questo post un lavoro nobile e difficile come quello del pastore, ti rende onore come sardo e come cittadino di un mondo sempre più distratto verso chi, con sacrificio estremo, perpetua gesti e tradizioni secolari.
Luigi e JeGrace.
ciao, in effetti questo blog appartiene a diverse persone, che scrivono qui come me. Sono contento che vi piaccia il blog e penso di poterlo dire anche da parte di tutti gli altri, alcuni di loro non hanno ancora pubblicato ma lo faranno presto. Grazie per la vostra visita e per i commenti.
Un saluto, orso
Grazie ale, sono daccordo su ogni tua parola.
Aspetto il tuo primo post. Un saluto orso.
Mi ricorda tanto il mio Abruzzo bucolico e Antonio, un pastore ora quasi centenario che fino a trent'anni fa faceva transumanza arrivando alle Puglie. Quante storie gli ho sentito raccontare, quanta nostalgia provo per cose che non ho mai conosciuto.
Maraptica, sì è vero, i pastori sono uguali ovunque: un po' filosofi e un po' saggi e con tante storie da raccontare. Un saluto, Orso
Molto bella, sentita... mi ha fatto pensare al Canto notturno di un pastore errante... di Leopardi.. i miei sinceri complimenti all'autore.
buongiorno Paola,
ti ringrazio della tua attenzione a questo post,
grazie da parte dell'autore,
saluti orso
Ciao Orso,
una bellissima poesia, molto incisiva e vera queste parole come altre affollano la mente del pastore che si dedica con amore al suo lavoro. Ovviamente come abitante della sardegna do la mia solidarietà a tutti i pastori. Bellissimo blog comunque.
A presto Paolo
ciao paolo,
il lavoro del pastore anche se molto duro e di sacrifici,e portato avanti con tanta passione.
grazie della visita,
orso abitante della sardegna
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