...tante finestre differenti, come lo sono fra loro gli esseri umani e i loro punti di vista sul mondo.

Le finestre spalancate da

...Compra il pane, ci vediamo a casa



È un lavoro duro, il campo va preparato, i sassi levati e lo si fa a mano.Le crepe nelle mani e le unghie si riempiono di terra e polvere.
Poi si solca il terreno, lo si rigira in profondità, ci vuole tempo e sudore anche se si usano gli animali per trainare il vomere.
Poi finalmente la semina, è fine ottobre e per i Morti si vede il risultato del lavoro.
C’è qualche mese da attendere ancora, ma sono mesi di attesa solo per il grano. Tutto il resto continua e la farina dell’anno passato permette di mangiare adesso.
Ogni anno cosi. Ogni anno la schiena sempre più curva e il manico delle falci sempre più logoro.


È luglio e la falce sfianca letteralmente. Si fanno i covoni e li si lega con altri gambi di grano.
La trebbiatura riempie le aie di polvere, ci si aiuta tra famiglie e alla sera si fa festa.
Il grano è a casa! Si può essere felici.
Grandi sacchi pieni vengono portati al mulino appena fuori dal paese.
Cosa c’è di più naturale della forza dell’acqua di un’enorme ruota?
Ma sono ancora tempi in cui non si fa caso all'energia pulita. C’è solo quella ed è normale che sia cosi.
Sembra quasi un miracolo che quel rigagnolo muova tutti quegli ingranaggi di ferro pieno.
Cigolano, sfregano ma si muovono e un po’ di grasso qua e la assicura il funzionamento senza troppi problemi.
La farina è fatta. La crusca anche.
Il pane è assicurato, ce n’è anche per la torta alla festa del paese e per qualche focaccia nei giorni migliori.
Le stesse mani tagliate e rovinate, dure come le zolle di terra che andavano rotte mesi prima ora finalmente dividono in due una fetta di pane.
Se diventa duro lo si mette nella “zuppa” al mattino. È la colazione più buona che ci sia.

- Ma quanto pane hai preso?
- c’erano solo confezioni grandi all’esselunga, e poi ci sono i punti fragola
- si ma abbiamo mangiato un panino, non ho fame, domani è da buttare
- si buttalo
- cambia canale, c’è la pubblicità, come si chiama quell'attore li che fa il mugnaio del mulino bianco?...





12 commenti:

orso - homine de su marghine.. ha detto...

si credo che il lavoro dei campi sia molto duro,
ma credo che alla fine del duro lavoro si può essere
molto contenti del risultato ottenuto.
benvenuto valerio nella casa yemenita.

Costantino ha detto...

Ho avuto la fortuna di vivere il tempo in cui il pane era assicurato dal raccolto della campagna, ed ho la ventura di vivere il tempo in cui il pane si compera all'ultimo momento
al supermercato.
Non sono però un testimone attendibile, perchè allora ero giovano ed ora no.
Grazie per questo post molto bello che spazia su tempi e modi di vivere diversi fra loro.

Antonio Andreatta ha detto...

la coltura del grano come quella del castagno...avevo uno zio arcigno custode di un mulino ad acqua...tre mole, grano, granoturco e castagne e noi tre fratelli tutti ginocchia pantaloni corti e sbucciature...le mani a coppa dove scendevan le farine e le bocche piene d'impalpabile dolcezza. Benvenuto Valerio o meglio, vista la mia poca assiduità qui, ciao e grazie per quel che hai scritto, chissà ch'io non trovi il tempo di ripagarti e ripagarvi d'egual moneta.

Valerio Maruffi ha detto...

Antonio hai un'amica con un sacco di belle idee, come questo blog :)

Valerio Maruffi ha detto...

Costantino io ho visto portare il grano al mulino quando ero piccino, erano gli anni 80 e il mulino era già elettrico.
Ricordo solo che era un rito semplicemente bello. Almeno a me sembrava cosi!

Valerio Maruffi ha detto...

Grazie Orso :)
Piacere di conoscerti

Tomaso ha detto...

Caro Valerio credo che non potevi descrivere meglio il nostro pane quotidiano.
Buona domenica, amico.
Tomaso

Valerio Maruffi ha detto...

Grazie Tomaso per il buon commento che mi ha lasciato! :)
Buona giornata anche a te!

anto bee ha detto...

Ci sento odore di Toscana in quel pane di quand'eri piccino...

In Toscana il pane non si butta, ci si fa la ribollita, la minestra di pane, la pappa al pomodoro, la panzanella e quando proprio non se ne può più, si trova di certo un amico che ha le galline e allora il pane, fa un ultimo miracolo... si trasforma in uova. :)

Ciao Valerio

Valerio Maruffi ha detto...

Per fortuna è cosi anche il Lombardia Anto.
Grazie a Dio è cosi per le persone "normali" che sanno da dove arrivano e conoscono il proprio passato.
Per certe altre c'è solo il mulino bianco :)

Giada ha detto...

E' curioso pensare a come oggi sia cambiata la percezione di quel mondo e di quella realtà estremamente dura. Il lavoro nei campi, il pane... si sono ormai trasformati in una dolce favola (esempio calzante è lo spot citato alla fine del testo).
Benvenuto Valerio! Bellissimo scritto.

Valerio Maruffi ha detto...

Ti ringrazio Giada.
In realtà il mio lavoro su questo mondo è fotografico, ma a volte due righe sono necessarie per arrivare a tutti. Anche a quelli che farebbero fatica ad andare oltre la foto e ti risponderebbero: Perchè hai fotografato un mulino diroccato?

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