
un passaggio angusto...quasi un voler costringer le persone ad incolonnarsi in fila indiana. Mi son trovato spesso a passar sotto quelle edere e ad immaginar la vita tra quelle scalette e quegli austeri portali di pietra, ho chiuso gli occhi per sentir in quel denso silenzio vociar di madri e schiamazzi di ragazzini sguscianti...gli uomini a lavorar nelle cave, e mi ha quasi strozzato il magone nell'ora più bella del giorno, al calar del sole, nel godere dei profumi di un meritato e atteso desio. E dopo? dopo c'era il mese mariano, maggio, con i suoi fiori e i suoi odori, a venir fuori dall'inverno tutti di corsa trafelati, a rotolar nell'erba...maggio era il dopo cena, le preghiere casa per casa, l'unico modo d'uscir di notte per noi quattordicenni ancora acerbi per andar per strada e per trovar la nostra. Maggio, rosari e lucciole, ch'eran così tante che quasi vedevi il sentiero nel bosco, tante quante le ciliegie che rubavi dal ramo più vicino alla finestra con ancora la lampada accesa....tante, come le cose che son cambiate...niente rosari, niente ciliegie ma un mondo nuovo e un nuovo modo. Ora c'è la città, il condominio, il pianerottolo dove se t'incontri non ti conosci e a malapena ti saluti, dove pochi son i sentimenti e molti i risentimenti dove però c'è il mondo globale, internet, la chat, il forum, dove tutti c'incontriamo e ci salutiamo, ci conosciamo e non lo sappiamo, ci vediamo anche se mai lo faremo davvero...mi piace molto questo tuo blog e mi spiace d'esser arrivato tardi con il mio piccolo fotogramma di vita. A presto.